La scuola di Montessori potrebbe avere fatto il suo tempo e c’è chi, anche in Italia, vorrebbe e potrebbe mettere la parola fine alla sua epoca. Alla David Game College, scuola privata nei pressi di Londra debutta il primo corso di tutta la Gran Bretagna completamente condotto dall’intelligenza artificiale. Non è presente alcun docente a tenere lezione che viene sostituito da un programma, Sabrewing, un “insegnante digitale” visibile solo indossando un visore per la realtà virtuale e un paio di cuffie per ascoltare le sue spiegazioni.
Si tratta di una sperimentazione che vede coinvolti una ventina di studenti, gli unici umani presenti in aula, in una fascia di età compresa tra i 14 e i 16 anni. Questo metodo d’insegnamento si pone come obiettivo quello di valutare le potenzialità e le vulnerabilità di uno studente determinando quale debba essere il piano degli studi che meglio si adatta alla sua formazione. Il modello che ogni studente è impegnato a seguire prevede una maggiore concentrazione di attività in quelle aree dove presenta le maggiori lacune senza trascurare quelle in cui evidenzia maggiori capacità. In questo modo è più probabile riuscire ad accrescere e potenziare progressivamente la preparazione nel suo insieme.
Le materie che vengono insegnate su questa piattaforma sono principalmente scientifiche con inglese come unica disciplina fuori dal coro; le materie umanistiche rimangono di competenza dei tre “learning coach” che fanno sempre parte dello stesso progetto e la cui funzione è quella di osservare come gli studenti si comportano durante queste lezioni oltre a fornire indicazioni capaci di integrare quelle fornite dalla IA e monitorare complessivamente il funzionamento della piattaforma.
Di fatto l’intelligenza artificiale non sostituisce del tutto la figura dell’insegnante anche se limita la propria capacità d’insegnamento.
L’amministratore delegato della I.S.A., acronimo di Indipendent Schools Association ovvero l’associazione che riunisce tutti gli istituti privati del Regno Unito, commenta come “affascinante” la possibilità di impiegare l’intelligenza artificiale dal momento che, in questo modo, è possibile realizzare un apprendimento di tipo adattivo capace di ribaltare interamente il paradigma attraverso il quale insegnare in aula. Tuttavia il David Game College non è il primo e unico istituto al mondo che utilizza l’intelligenza artificiale a fine didattico; in Arizona è già stato condotto un approccio didattico di questo tipo alla Arizona State University (ASU).
In questo contesto per molte attività accademiche è stata usata ChatGPT a partire dalla scrittura di elaborati fino a simulare i pazienti e il loro comportamento nelle lezioni di medicina.
Il consiglio di amministrazione del David Game College, molto probabilmente condizionato dagli esosi investimenti a riguardo, è convinto che questa metodologia d’insegnamento introdurrà notevoli miglioramenti. Non è da escludere che, nel caso in cui quest’esperimento abbia successo, tale sistema possa essere introdotto anche in altri istituti non solo del Regno Unito.
Colpisce l’affermazione rilasciata dal vicepreside dell’istituto John Dalton:
“Gli insegnanti possono sbagliare. Raggiungere il livello di precisione e accuratezza dell’IA è molto difficile. Il sistema garantisce una valutazione continua, individuando in modo efficace le carenze dell’alunno”.
Ricordando che la sperimentazione è limitata al momento per una ventina circa di studenti e che il costo di 27.000 sterline l’anno non è certo accessibile a tutti, tuttavia non mancano le polemiche che si aggiungono agli elogi in merito a tale rivoluzione; se da una parte c’è chi definisce utile questo sistema perché capace di rilevare più informazioni utili a trovare i difetti di uno studente meglio di un docente in carne ed ossa, dall’altra invece viene criticato perché priva l’educazione di uno sviluppo emotivo e sociale che può provenire solo da un docente fisicamente presente considerato un modello e riferimento. Inoltre c’è il rischio che, di questo passo e con la capacità che ha questa tecnologia di evolversi rapidamente.
L’IA finirà col sostituire in modo irreversibile il docente per efficienza e costi oltre al vantaggio che non necessita di stipendio e contributi.
Questa rivoluzione non è tuttavia in grado di capire a livello umano se uno studente è in grado di comprendere o meno quello che l’insegnante sta spiegando nel corso della sua lezione con uno semplice sguardo. Un’educazione automatizzata rischia di non formare completamente le persone o meglio creerà degli individui capaci solamente di assorbire nozioni prendendole tutte per vere e indiscutibili senza che la cui mente abbia la capacità di elaborare anche sole poche nozioni per crearne altre. In pratica è un pò come se a un bambino si regalasse una scatola con 36 tempere quando basterebbero anche solo i 3 colori primari per stimolarne la fantasia e creare molti altri colori.
L’IA aumenta la possibilità di educare persone prive della propria umanità e affettività per creare di fatto simil automi.
Se l’istruzione a trazione artificiale può da un lato costituire un importante cambiamento di paradigma nell’educazione scolastica, tuttavia è altrettanto importante mantenere il giusto equilibrio tra i vantaggi tecnologici e le competenze che solo l’insegnante è ancora in grado di garantire.
Senza questo equilibrio si rischia di disumanizzare l’apprendimento e di alienare gli studenti privandoli dell’interazione tra di loro e con gli insegnanti. Se si riterrà più corretto seguire la strada dell’intelligenza artificiale, il futuro non potrà essere che cupo e senz’anima.