Forme immanenti – Diego Fedeli Giulia Comunian 20/06/2022

Forme immanenti – Diego Fedeli

Comporre un’ immagine, assegnare un colore. E poi.. un’intuizione improvvisa. Non c’è differenza tra realismo e astrattismo: nel processo di costruzione e distruzione delle forme, la sorgente, lo schema interno alle cose non si perde mai.

Il linguaggio di Diego Fedeli raccoglie nello spazio di una tela ciò che per lui è pittura: un punto di partenza che può nascere sì da elementi reali incontrati, osservati, metabolizzati, ma che presenta solo spunti, accessi ad altri mondi che ogni personale sensibilità può spalancare. I volti , I profili, le forme scolpiti dalla luce, da un lato segni in quanto fisici, riconoscibili, dotati di forza interna al di là di ciò che rappresentano, dall’altro sintomi, manifestazioni soggettive che non possono essere sottoposte a misurazioni. Essi sono elementi permeabili sui quali l’osservatore riversa tutto il suo bagaglio emotivo, a volte del tutto estraneo a ciò che aveva motivato l’artista ad impugnare il pennello.

Queste tele seppur mutevoli nelle sensazioni infuse a chi le guarda, hanno qualcosa di immortale: il paesaggio veneziano, gli occhi vuoti, le membra fissate nel colore e nella bidimensionalità del supporto, hanno la carica eterna di ciò che si estranea dai vincoli del tempo. “Le mie opere sono come delle statue”, involucri che celano lo scontro: perpetue tensioni interne tra “cuore e logica, creatività e controllo”. Ma è uno scontro armonico, dove le cose riescono a trovare i propri spazi, le proprie pause.

Diego Fedeli

dfedeli92@gmail.com

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