Se gli occhi sono lo specchio dell’anima, la pelle è lo specchio del nostro vissuto. Ogni risata di gioia, smorfia di stupore, grido di dolore rimane tatuato sul nostro volto, sotto forma di piccole tracce, quelle tracce che Chronos implacabile trasforma in rughe.
Ma cos’è una ruga, se non il residuo permanente di un momento fugace? Un momento che nella frenesia della quotidianità può sembrare inutile. E invece… Quante volte abbiamo pensato “cosa sarebbe successo se..”. Un singolo dettaglio diverso e tutto si modifica. Una manciata di attimi può cambiare un destino. Le Wrinkles di Valentina nascono da lì. Da una ruga scorta nello sguardo di un passante, nelle mani di una vecchietta che accarezza il suo cagnolino, nelle sopracciglia affaticate di un mendicante; nascono da quei segni sulla pelle, scrigni celati che ognuno di noi da un lato custodisce, dall’altro è destinato inevitabilmente a condividere con chi imbraccia il suo cammino. <>: è l’incipit dell’attività di Valentina che comincia a creare volti con una linea forte e tortuosa, com’è la vita di chi ogni giorno affronta alti e bassi.
La sua ricerca artistica si evolve e dalla pittura approda alla scultura con le Armature: spuntoni e piramidi sono la rappresentazione plastica della nostra reazione a quelle storie che ci identificano. Da un lato l’idea della corazza come difesa, auto-creata per proteggersi; dall’altro una maschera che è il nostro limite, un guscio spinoso che può ritorcersi contro ostacolandoci dal vivere pienamente; bolla dorata di sicurezze fittizie che da un momento all’altro schizzano via, come un elastico impazzito. Lo stesso elastico che costituisce lo scheletro di una delle Armature.
L’uso dei materiali mantiene una forte connessione con il contenuto: ora per assonanza, ora per contrasto a seconda di ciò che è più funzionale alla resa comunicativa. Per l’artista la comunicazione è fondamentale: l’arte deve arrivare a tutti, e proprio per la sua versatilità può parlare anche a coloro che non se ne interessano direttamente, così l’opera diventa occasione attiva di dibattito e riflessione su temi d’attualità che sembrano lontani all’arte, quali la scienza e l’ingegneria, ma che proprio attraverso l’opera possono essere affrontati, con occhi nuovi. Con occhi diversi.
Giulia Comunian
Valentina Di Dia
valentina.di.dia@outlook.it
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