“Qualsiasi oggetto decontestualizzato nella vita reale ed esibito, è opera d’arte.
Qualsiasi forma non manipolata dalla mano umana appartiene alla natura”.
Alberto Miotti
La macchina ha segnato il vissuto dell’uomo, un cambiamento che lo ha reso protagonista nel suo modo di manipolarlo ed esserne manipolato. Un rovesciamento dei ruoli nel quale la macchina controlla e trasforma. Tra le rappresentazioni più significative di Alberto Miotti, il teschio esprime i concetti di vita e morte, nella duplice connessione mistica che segna il destino dell’uomo. Cambiamento, sperimentazione, evoluzione, tutte tematiche fortemente sentite ed interpretate nei mille volti segnati dalla sofferenza. Un artista che ripropone un’icona oramai banalmente commercializzata qual è il teschio, in una ricerca che combina l’uomo meccanizzato al termine della sua evoluzione, anello di congiunzione tra era biologica e tecnologica.
Le protesi che l’artista reinterpreta attraverso forme familiari quali modelli di calzature in legno assemblati a componenti di orologi o ancora, teste dalle menti meccaniche, sono l’esempio di parti artificiose annesse a parti biologiche. Uomini robotici nella pelle e nello spirito sentimentalmente vissuti in un’era arida, disabilitante quanto quella disabilità che la scienza vorrebbe contrastare. Un occhio bionico che osserva l’umanità, imparziale, entrando nel quotidiano veicolando scelte, abitudini e consapevolezze. Una tecnologia che ci si illude di poter comprendere e padroneggiare, chiudendosi al contrario nell’anaffettività e nell’isolamento. Numeri sociali in una realtà povera di valori e di idee dove ogni individualismo viene soffocato nella quotidiana affermazione di stereotipi e pregiudizi.
Ogni uomo è una maschera, quel filo di congiunzione che collega l’apparenza all’essenza, e assieme alle nostre ombre ci muoviamo come involucri vuoti, presenze invisibili della nostra epoca. Nei dipinti i volti scarnificati e segnati dal dolore, incorniciano le loro illusioni nei piaceri materiali del mondo. Vestono cornici che riflettono le loro maschere superficiali. Una pittura controcorrente che contrappone alle sagome nere e labirintiche tutta la forza del colore, pura energia vitale racchiusa nella storia di ogni oggetto, e che può consentirne una rinascita spezzando le catene sociali.
Needfile
Alberto Miotti
albertomiotti72@gmail.com