Uno strumento spesso svalorizzato, poiché ci si focalizza su altri potenziali opzioni offerti dalla Rete.
Ma soffermiamoci un momento sulla sua utilità. Un punto di forza potrebbe essere il censimento di tutti quei contatti, privati e aziende, con cui ci siamo interfacciati nell’arco della nostra carriera professionale. Persone che potrebbero apprezzare un aggiornamento costante – e si raccomanda misurato – dei nostri servizi, promozioni o contenuti culturali promossi ad esempio attraverso un blog.
Quindi perché limitarsi a contatti sporadici quando possiamo rendere la nostra comunicazione più efficiente e a costi zero? Sarà necessario selezionare le tematiche, quelle che si riterranno più accattivanti in quanto andremo ad indirizzarci verso un target molto differente, a meno che il nostro non sia un settore di nicchia.
Costruire una lista contatti significa lavorare sull’asset, una risorsa che punterà sulla crescita d’immagine del brand. La lista di una newsletter non è altro che l’insieme degli utenti che hanno dato il loro consenso a essere contattati attraverso l’indirizzo email. Curarla nell’aggiornamento consentirà di mantenere vivo l’interesse, a patto che non si tratti di una “campagna” eccessiva.
Logico che l’importanza dell’immagine viaggerà al pari con la qualità dei servizi. Esattamente come un motore di ricerca premia la qualità dei contenuti attraverso un buon posizionamento, anche gli utenti sceglieranno quel sito/blog piuttosto che un altro, proprio per la validità dei suoi messaggi.
Tra i principali vantaggi per il tuo blog:
– Genera traffico raccogliendo utenza attendibile (altrimenti perché cliccare?).
– Resta uno dei modi più efficaci di restare in contatto con gli utenti, aggiornandoli sugli sviluppi.
– Consente una promozione efficace a costi per lo più nulli o irrisori.
– Convoglia i vostri sforzi di marketing rendendo visibili contenuti di diversa natura (corsi, promozioni, pubblicazioni, ecc).
Perché non sceglierla? Non ha senso non promuovere tutto il duro lavoro svolto, e di per sé già il consenso ne chiarisce l’interesse: ciò che fai è giusto – e produttivo – quindi perché non accontentarli?