Nel graphic design una delle regole fondamentali resta la differenza tra raster e vettoriale. “Raster” deriva dall’inglese griglia, detta anche bitmap, l’immagine appunto è composta da una griglia di pixel disposti in forma quadrata. Ogni pixel possiede delle informazioni specifiche su colore che uniti creano l’immagine, di cui l’RGB come profilo più comune indirizzato nel web.
Pensiamo, per chi un po’ conosce l’arte, alla pittura impressionista, una tecnica che a pennellate separate crea un’idea d’insieme da lontano, ma nel momento in cui il quadro viene “zoomato” è possibile inquadrare ogni singola pennellata. Lo stesso il pixel, che ne determinerà la risoluzione sulla base del numero in una certa unità di misura. Per standard si utilizza il pollice inglese (2,54cm) e il rapporto Dot Per Inch, “punti per pollice”: maggiore è il numero dato dal rapporto, maggiore sarà la sua risoluzione. E’ utile sapere che per una finalità di stampa i dpi dovranno essere di 300, mentre 72 è consigliata per lo schermo e che consente di mantenere una buona qualità visiva. Certamente nel momento in cui diminuiamo la dimensione della foto, ne aumenteremo la risoluzione, così come ingrandendola aumenteremo l’effetto sgranato (rendendo quei quadratini visibili).
Quali sono i software che ci permettono di lavorare in grafica raster?
Il primo resta Photoshop, parte del pacchetto Adobe è il programma di fotoritocco e elaborazione immagini per eccellenza. Altro resta GIMP, un programma open source ma decisamente più limitato per tecnologia.
Cosa è possibile fare in termini grafica raster?
– Fotoritocco, manipolazione e modifica di foto e fotocomposizione
– Disegnare in digitale
– Creare immagini per il web o stampa
Quali sono i formati associati?
Esistono svariati modi di salvataggio.
Non compressi
– Raw: formato utilizzato più che altro dalle macchine fotografiche per mantenere intatta la qualità
– Bmp: Windows Bitmap veloce da leggere e da modificare ma con un maggiore peso in byte Compressi in modalità “lossless” cioè con un minore spazio in byte e senza perdita di qualità
– Png: Portable Network Graphics per formati compressi e nel mantenimento delle trasparenze
– Gif: Graphic Interchange Format utile per immagini animate
– Tiff: Tagged Image File Format che mantenendo in compressioni numerose informazioni viene utilizzato soprattutto per scanner e stampanti
Compressi in modalità “lossy” quei file che perdono qualità a ogni salvataggio, non indicati per il fotoritocco ma gettonatissimi per lo scambio di immagini online
– Jpeg: Joint Photographic Expert Group il più utilizzato per la potente compressione, e comunque apprezzabile per qualità generica
E ora passiamo all’immagine vettoriale. Il suo principio si basa su forme geometriche composte da linee, curve, punti e poligoni alle quali vengono applicate determinate caratteristiche, adattabili a qualsiasi formato senza perdita di risoluzione. Questo perché hanno alla base delle equazioni geometriche. Le immagini vettoriali occupano oltretutto meno spazio rispetto alle raster, poiché le informazioni contenute sono nettamente inferiori, incentivando anche nelle successive modifiche.
Quali sono i software che ci permettono di lavorare in vettoriale?
Sempre nel pacchetto Adobe, Illustrator permette di realizzare loghi, icone o illustrazioni, o in alternativa Affinity Designer e Corel Draw (quest’ultimo diffuso nella tipografia). Se la destinazione invece non riguarda la grafica pubblicitaria, ma rami ingegneristici tra le possibilità i programmi CAD quali Autocad. A Illustrator, Adobe offre il programma di impaginazione associato InDesign dove veramente è possibile realizzare dai piccoli formati come una brochure ai più complessi come prezzari o cataloghi. E via così.
E’ quindi importante nel momento in cui si vuole realizzare un progetto, affidarsi a un professionista che possa indicare la soluzione creativa più in linea con le esigenze del brand. Una chiara e duratura comunicazione permetterà la creazione di un’impronta distintiva che sia un logo, piuttosto che una grafica stampa, o altre destinazioni per il brand. Un graphic designer, quanto un copywriter permetterà una definizione d’immagine sotto l’aspetto visivo e testuale. Crediamo che un lavoro, per essere comunicativo ed efficiente, necessiti di questa dualità poiché le immagini viaggiano al pari con le parole.
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