Bestiari medievali: elogio alla celebrazione divina Sara Cifarelli 15/08/2024

Bestiari medievali: elogio alla celebrazione divina

Cosa sono questi strani libri antichi che ci mostrano forme di animali racchiusi in un millennio di storia?

L’arte di rappresentare gli animali nel Medioevo ci ha lasciato preziose testimonianze delle antiche credenze popolari e religiose. Non si tratta propriamente di storie naturali né un modo per descriverne la natura zoologica o scientifica; ci troviamo di fronte a scenari che desiderano interpretare le sacre scritture.

Un elogio alla celebrazione del Creato per opera di Dio.

Un’arte particolarmente apprezzata tra il XII e XIII secolo, soprattutto in Francia, che spiega il modo di concepire gli animali attraverso testi di favole, enciclopedie zoologiche, trattati di caccia e falconeria, manuali di equitazione, piscicoltura, veterinaria e agronomia con influssi dai precedenti lasciti greco-romani, ma che avrebbero poi intrapreso un percorso autonomo e impareggiabile. Grazie alle immagini, gli studiosi sono stati in grado di raccontarci il modo di osservare gli animali per uomini e donne del Medioevo, una concezione così lontana dal nostro mondo.

Una metamorfosi ricca di simbologie e fantasmi, e che ci invita a varcare la porta del sogno.

*Duomo di Verona da veneziaeilveneto.com

Per questo i bestiari, quali opere di Fede, hanno influenzato le menti di chi sapeva al tempo leggere solo con gli occhi. Ci chiediamo perché al tempo le parole cristiane venissero rappresentare sotto forma di immagini? La gente comune non sapeva leggere e la scrittura era affare di pochi: re, signori e religiosi. L’arte dei bestiari a partire dal XII secolo ha toccato numerosi ambiti: dalla predicazione alla letteratura, dalla scultura romanica agli stemmi, araldi, sigilli e proverbi popolari.

Bestiario come fonte libraria rappresentato nei preziosi codici miniati, descrive e interpreta le proprietà di una certa quantità di animali per ricavarne insegnamenti religiosi e morali. Per proprietà (reali o immaginarie) ci riferiamo all’aspetto fisico e comportamentale, oltre alle interazioni con le altre specie incluso l’uomo che, secondo le due correnti di pensiero, fu visto da un lato superiore all’animale quale immagine e somiglianza di Dio e dall’altro, contrariamente, in comunione e parentela con tutte le specie viventi.

<<Lo studio dei Bestiari appartiene più al campo della storia culturale che di quella naturale>> sostiene Michel Pastoureau insegnante di storia della simbologia medievale. Ogni epoca crede di aver raggiunto la verità, circoscritta a una sua verità proprio perché si attiene ad etiche, credenze, indagini, riflessioni e pregiudizi storici. Gli uomini del Medioevo osservavano la flora e la fauna non considerandola parte del sapere universale ma dissociandola dalla fisica e dalle altre scienze: <<il reale è una cosa, il vero un’altra e diversa>>. Nel Medievale “preciso” inteso come “reale” non significava vero. Al tempo gli artisti e illustratori che raffiguravano animali sui codici miniati, le ritenevano più importanti e veritiere di quelle naturalistiche.

*Duomo di Verona con grifone all’ingresso da wikipedia e veneziaeilveneto.com

Anche questa tappa evolutiva offre la possibilità di tracciare una parte importante della storia delle immagini. Nell’immagine tutto è convenzionale compreso il “realismo”.

Al tempo non esisteva ancora una classificazione delle specie come la intendiamo noi. Gli autori distinguevano e interpretavano queste raffigurazioni secondo cinque grandi famiglie: i quadrupedi, gli uccelli, i pesci, i serpenti e i vermi i cui contorni sono ampi ed elastici. I pesci ad esempio, comprendevano altre creature che vivono in acqua come cetacei e mammiferi acquatici. Il termine mammifero infatti, nasce solo nell’Illuminismo grazie allo scienziato Linneo. Infatti è proprio tra il Settecento e Ottocento che si crea una maggiore categorizzazione del mondo animale introducendo anche cetacei e rettili.

Nel Medioevo l’animale era onnipresente, più di qualunque altra epoca.

In ogni documento, artistico o lapideo, queste sagome proliferavano fin dalle chiese romanico-cristiane quali guardiani scolpiti sulle colonne d’ingresso per cacciare spiriti e presenze maligne. Un esempio il leone che si credeva dormisse ad occhi aperti e pertanto rappresentato in egual modo come simbolo di vigilante e salvatore degli uomini dal male o il grifone inciso alla base delle colonne d’ingresso del Duomo di Verona.

In copertina rappresentazioni di animali tratte da bestiari di un montone e un monocero da wikipedia.

*Aberdeen Bestiary Folio da wikipedia

 

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