La ritenuta d’acconto Needfile Team 23/06/2022

La ritenuta d’acconto

La ritenuta d’acconto è una trattenuta Irpef (o Ires) che viene effettuata sulle somme di denaro o bonifici che percepiamo dai nostri clienti o datori di lavoro, banche o istituti finanziari, detti anche sostituti di imposta.

Che cosa è la ritenuta d’acconto

Chiariamo prima di tutto che esistono tantissime tipologie di ritenute d’acconto anche se quelle più utilizzate ed applicate sono sempre le stesse. Le ritenute possono essere a titolo di acconto e a titolo di imposta: nel primo caso significa che fatto 10.000 l’onorario stabilito con un cliente ci sarà applicata in alcuni casi (in estrema sintesi quando emettiamo una ricevuta o una fattura nei confronti di un soggetto titolare di partita Iva) una ritenuta del 20% a titolo di acconto ossia percepiremo solo 8.000 mentre 2.000 rappresentano un’anticipazione sulle imposte che andremo a pagare su quei 10.000 (il 23% a titolo di Irpef) meno le ritenute che già sono state versate per noi ossia per nostro conto dal nostro datore di lavoro o cliente.

Se invece fossero state a titolo di imposta le ritenute avrebbero potuto comunque avere come aliquota il 20% ma in questo caso la tassazione su quei 10.000 euro si esauriva con quel 20%. Quanti tipi di ritenute d’acconto esistono Ne esistono tantissime credetemi ed alcune sono di difficile applicazione nel senso che alcune norme per come sono scritte sono di difficile comprensione (almeno per il sottoscritto intendiamoci) il che ne rende difficoltosa anche l’applicazione in fattura o sulla ricevuta. Ritenute d’acconto per i liberi professionisti Esistono pertanto le ritenute sui redditi di lavoro autonomo a titolo Irpef ossia quelle che si applicano quando svolgete una prestazione occasionale oppure quelle che, se avete una partita Iva, applicate ai soggetti clienti titolare anch’essi di partita Iva e che applicherete ad altri soggetti per la quasi esclusività dei casi altri titolari di partita Iva in sede di fatturazione.

Modello F24

Nella stragrande maggioranza dei casi vedrete che per voi il vostro cliente titolare di partita Iva verserà un modello F24 con codice tributo 1040 a titolo appunto di irpef per vostro conto anticipando di fatto la tassazione. Successivamente ogni vostro cliente che avrà versato le ritenute vi comunicherà entro il la fine di febbraio l’ammontare delle ritenute di imposta che ha versato nel corso del precedente anno per vostro conto (le cosiddette certificazioni dei sostituti di imposta). Queste certificazioni vi serviranno perchè in dichiarazione andrete ad indicare (a dire il vero anche senza avere la certificazione in mano perchè non è vincolante all’indicazione nella dichiarazione dei redditi) l’ammontare delle ritenute (ossia delle tasse) che altri hanno già versato per voi.

Il meccanismo di sostituzione d’imposta

Quindi se dovevate 1.000 euro di imposte e vi hanno applicate nell’anno 400 di ritenute d’acconto, a giugno dovrete solo versare 600 a titolo di saldo di imposta: è il meccanismo della sostituzione di imposta per cui chi sta a monte del processo impositivo trattiene una somma a titolo di imposta per il soggetto che sta più a valle. Ritenute sui redditi di capitale Esistono però anche altre famiglie di ritenute come quelle sui redditi di capitale (per i quali potete vedere un primo approfondimento nell’articolo dedicato alla nuova tassazione delle rendite finanziarie) in cui vedrete che al momento della percezione del proventi derivante da un investimento finanziario vi saranno applicate delle ritenute a titolo o di acconto o di imposta (12,5%, 20% o 27% a seconda della natura dello strumento finanziario, della durata del possesso, ecc) anche se proprio lo scorso mese la maggior parte sono passate al 26%.

Approfondite l’argomento leggendo l’articolo dedicato alla tassazione delle rendite finanziarie. Ritenute su redditi di lavoro dipendente Queste sono le più conosciute perchè sfido qualsiasi dipendente a non aver mai preso in mano la busta paga ed aver visto le ritenute (non trattenute) che vi hanno fatto in busta paga a titolo di irpef e che ogni mese vi continuano a detrarre dal compenso lordo mensile. Su cosa applichiamo la ritenuta d’acconto Altro problema riguarda poi quali voci entrano nella base imponibile su cui calcolare la ritenuta d’acconto: anche questo presta il fianco a dubbi e domande da parte dei lettori che non sanno se applicare la ritenuta o l’Iva o entrambe. Potete aiutarvi con l’articolo dedicato al modello della ritenuta d’acconto.

Write a comment
Your email address will not be published. Required fields are marked *

Questo sito è protetto da reCAPTCHA, ed è soggetto alla Privacy Policy e ai Termini di utilizzo di Google.