Rudolf Steiner visse in Germania nei primi anni del XX secolo pubblicando manuali sull’evoluzione della filosofia citando grandi interpreti come Goethe, Kant, Schopenauer, Einstein arrivando a delineare il proprio pensiero incentrato su una concezione monastica del mondo e fondata sulle scoperte scientifiche del tempo nel settore della genetica e biologia attraverso le quali confluirebbero elementi tratti dalla teosofia e del pensiero, concetti che per la prima volta egli introdusse collegandoli al mondo spirituale.
Steiner dichiarò di voler ricercare nuove metodologie per lo studio dell’anima su base scientifica, denominando tale tentativo come “teosofico”, e successivamente “antroposofia” che vide alla luce la sua prima pubblicazione nel 1904 trattando tematiche come la reincarnazione dello spirito e le leggi del karma, invitando il lettore a sviluppare la sua percezione liberandola dai pregiudizi. L’antroposofia è definibile come un cammino di coscienza dell’uomo e del mondo, lontano da un sistema definito di pensiero ne tantomeno una religione. Steiner sostenne che l’Universo non si limiti alle pure manifestazioni sensibili che ci coinvolgono e che i nostri sensi percepirebbero, a seconda della sensibilità, solo una parte esistente nel mondo minerale, vegetale e animale. L’uomo inteso come modello del divenire cosmico riassumerebbe in sé le principali concezioni cosmiche sotto le componenti del corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale, Io, Io spirituale, spirito vitale, uomo spirito. Nella sua completezza, l’uomo riceverebbe attraverso la corporeità le eredità organiche e le impressioni fisiche che l’anima codifica in sensazioni e immagini convogliate nello spirito imprimendole eternamente. Si può attribuire all’uomo un’esistenza minerale, vegetale e animale. La struttura minerale prende il nome di “corpo fisico”, una forma che caratterizza il suo stadio evolutivo nei primi sette anni di vita, incentrato sulla volontà ove il bambino comunica attraverso l’agire acquisendo consapevolezza della sua forza. Come per il corpo fisico, il mondo eterico si manifesta fin dalla nascita ma comincia ad esprimersi realmente nel secondo settennio, tra i 7 e i 14 anni, la seconda detenzione appunto, un lasso di tempo ove si sviluppano le emozioni – assieme alla ricerca della bellezza e della creatività – attraverso una definizione dello stato interiore. Il corpo senziente è la terza forma che accomuna l’uomo all’animale consentendogli di provare sollecitazioni esterne – dolore, piacere, impulso – una facoltà che si sprigiona nel terzo settennio, dai 14 ai 21 anni, ora sufficientemente maturo da esercitare il pensiero iniziando a formulare giudizi e opinioni personali. L’anima potrebbe definirsi la via attraverso la quale è possibile creare una connessione tra la vita spirituale e corporea, un corpo che si dissolverebbe in punto di morte per poi ascendere verso una dimensione astrale a sostegno dell’Io pronto a reincarnarsi portando con se l’eredità inconscia delle esperienze pregresse, la legge del karma. La quarta parte definita come l’Io rappresenta, assieme ai tre corpi – eterico, astrale e del pensiero – l’evoluzione dell’uomo. L’uomo definendosi “Io” denomina se stesso dentro di sé. Orientato a un progressivo miglioramento di se stesso, l’uomo acquista coscienza del proprio Io. È possibile sostenere che la coscienza dell’Io si raggiunga nel terzo anno di vita, l’esperienza dell’Io dal nono al decimo anno di vita e la sua realizzazione attorno al diciottesimo anno. Entità corporea ed entità animica evolvono rispettando quelle che si posso definire le fasi evolutive. Attraverso il corpo l’uomo entra il relazione con l’esterno ma è solo attraverso il suo mondo interiore che filtra sensazioni capaci di suscitare sentimenti. Ed è qui che interviene la volontà che in base a status, preconcetti, convinzioni reagisce e cambia il suo impatto col vissuto. Attraverso le intuizioni, l’Io si presenta come anima trasformata e attiva nella sua coscienza. Il periodo che caratterizza l’evoluzione spirituale avviene tra i 40 e i 63 anni secondo più fasi definite e incanalate dalla volontà dell’individuo. Se in questo arco di tempo si manifesta il desiderio di raccogliere i frutti delle sue esperienze e di dare un significato più profondo all’esistenza, l’uomo imparerà ad agire con maggiore consapevolezza guidato dal pensiero e dal sentimento. La conoscenza dell’uomo si traduce in tre entità compresenti: corpo, anima e spirito che si esprimono rispettivamente nelle capacità di volere, sentire e pensare. Il corpo è il mezzo che consente di percepire ed entrare in comunicazione con le cose che lo circondano. L’anima resta il tramite mediante il quale è possibile congiungere tali cose con la sua esistenza provando emozioni. Per spirito s’intende ciò che in lui si rivela quando, secondo il pensiero di Goethe, osserva le cose per ciò che custodiscono in se stesse. Solo attraverso le tre entità è possibile comprenderne la natura che, agli occhi del mondo, restano diverse seppur interconnesse e caratterizzate da un’evoluzione segnata da progressive maturazione secondo un processo di crescita individuale. L’evoluzione della coscienza umana che ne ha segnato la storia, ha attraversato fasi tanto diverse quanto la mente di un bambino può esserlo da quello di un adulto.
Sostanzialmente, l’evoluzione della specie (filogenesi) quanto il suo processo culturale verte sullo sviluppo singolo umano (ontogenesi). L’antroposofia definisce l’uomo come appartenente al cosmo in un continuo dialogo fatto di relazioni. Cittadino dei tre mondi – sostiene Steiner – quello naturale nel quale interagisce per mezzo del corpo raccogliendo dati fisico-percettivi, soprasensibile detto “mondo delle idee” a cui appartiene l’Io, e il mondo dell’anima ponte tra gli altri due mondi.
Lo scopo dell’antroposofia è guidare l’uomo attraverso un cammino che sappia conciliare mondo naturale e spirituale da dove trarre intuizioni universali da poter associare alle esperienze per mezzo della sua volontà, raggiungendo infine la coscienza della propria esistenza.