Ogni Paese può essere considerato come un brand che si basa sulla sua capacità di attrazione, dal suo potenziale in diversi settori, quali il turismo, lo studio, la possibilità d’investimento, l’offerta di prodotti e servizi. L’Italia ha questa grande capacità di allettamento, inventiva e grande creatività come alcune delle caratteristiche appurabili al Bel Paese: peculiarità estremamente positive di un popolo aperto a nuove scoperte, nuove culture e collaborazioni. Un luogo conosciuto dal mondo per la bellezza dei luoghi turistici, della moda e del buon cibo.
” E come si potrebbe non amare Italia? Io credo che ogni uomo abbia due patrie; l’una è la sua personale, più vicina, e l’altra: l’Italia. ” Henryk Sienkiewicz
E’ il popolo che per i suoi valori positivi si associa completamente al brand, al “made in Italy”. La richiesta dei prodotti italiani è in continua crescita nelle realtà già affermate come nei mercati emergenti che guardano all’Italia come esempio di eccellenza, Paesi come la Russia, la Cina, il Brasile, l’India. La considerazione del marchio italiano spiegherebbe la continua e incessante contraffazione. Dopo gli Stati Uniti è proprio l’Italia che ha il più alto tasso di contraffazione. E’ buona logica salvaguardare il proprio brand, registrando il marchio e tutelarsi contro eventuali rivendicazioni o usurpazioni da parte di terzi.
Ecco alcuni dei marchi italiani più famosi al mondo:
- Gucci
- Enel
- Kinder
- Ferrari
- Eni
- Prada
- Nutella
- Generali
- Armani
- Ferrero
- Intesa San Paolo
- Fendi
- Msc crociere
- Pirelli
- Lamborghini
- Campari
- Lavazza
Esistono vere e proprie fabbriche asiatiche che “riproducono” i prodotti italiani, e marchi prestigiosi come Gucci, Prada e molti altri. Anche per quanto riguarda il settore alimentare, molti vini, formaggi e salumi vengono copiati, con relative etichette di marchi replicati.
Notizie di continue contraffazioni riempiono i nostri giornali:
Guardia di Finanza | Sequestro falso made in Italy | Febbraio 2021 sequestrati oltre sei milioni di coltelli, pentole, cucchiai e altri prodotti per la casa“. | Guardia di Finanza sequestra orologi ed accessori contraffatti al mercatino dell’antiquariato..
Attualmente, grazie ad internet e alle svariate piattaforme social si son modificati gli schemi per essere e/o creare brand; se ben utilizzati questi strumenti facilitano l’avvicinamento e la diffusione di un marchio al collaboratore, fornitore e cliente. Grazie ad un dialogo sempre più istantaneo che permette alla giusta intuizione, idea o attività di raggiungere più velocemente il proprio target di pubblico, indipendentemente dalla grandezza di struttura – come un micro-brand innovatore – che può facilmente catturare l’attenzione dei più importanti osservatori, creandosi ampie vedute e costantemente cambiare gli scenari.
L’immagine deve essere specchio della sostanza.
Essere brand va oltre le solite logiche di profitto: non esistono schemi da seguire o manuali da studiare poichè al marchio si legano professionalità, desiderio di miglioramento dedicando anima e corpo. Queste caratteristiche si trovano spesso nelle micro-brand, dove non c’è la continua pianificazione per l’ottenimento del massimizzo dei guadagni, tipica di molti giganti del marchio, ma un lato umano, fatto di collaborazione e rispetto. Distintivo, ancora una volta dell’ Italia, il Paese dalle piccole/medie imprese (PMI), con protagonisti molti artigiani, liberi professionisti e piccole attività, che possono offrire ed insegnare un dialogo costruttivo, oggi divulgabile ad un pubblico in tutto il mondo.
Oggi il brand non è più l’immagine per la pubblicizzazione di un prodotto ma qualcosa di più profondo.
Bisogna far innamorare il pubblico in misura globale e l’Italia indubbiamente, ha molto da offrire.