In che modo la creatività può contribuire in un mondo spaccato tra tradizionalismi da un lato e innovazione dall’altro?
Non crediamo esista una posizione giusta, semplicemente ognuno sceglie il proprio orientamento sulla base dei propri schemi, convinzioni, pregiudizi in linea con la sua evoluzione. L’individualismo è quella caratteristica che ci contraddistingue e può renderci diversi in una società omologata, standardizzata nella continua rincorsa delle mode.
E quindi, in controtendenza un creativo può risultare scomodo?
“Mettersi scomodi” a volte è necessario per lasciare un’impronta di sè in una quotidianità sempre più frammentata e complessa: il motore di un’innovazione o rinnovamento dei settori del design.
Uscire dalla propria comfort zone quindi?
Un binomio in opposizione, che vede da un lato i professionisti di agenzie di comunicazione pubblicitaria, PR e media, tutti sensibili al rinnovare, reinventare ciò che già esiste per fini pratici, e dall’altro gli studenti o quelle start up più inclini alla visione dell’ex novo. I più giovani divisi nell’identificazione della creatività tra coloro che considerano il concetto di creatività come la capacità a generare nuove idee attraverso l’uso della ragione e della fantasia o in una meravigliosa opportunità nel creare stupore e nuove esperienze, in contrasto ai più anziani, che la percepirebbero come un escamotage nel trovare collegamenti inaspettati tra argomenti non connessi, o ancora nel saper cogliere una soluzione pratica e veloce a un problema comune.
Quali elementi possono stimolare la creatività?
Secondo le statistiche al primo posto la musica (54,7%), il confronto con gli altri (38,4%) e il camminare (34,9%). Al contrario ciò che può “buttarci a terra” si riscontra nella mancanza di tempo – come scadenze ravvicinate o troppi lavori in simultanea – e all’influenza negativa o lo stato di confusione all’interno di un contesto professionale. Il confronto è si fondamentale ma deve rimanere costruttivo ed equilibrato per consentirne il migliore risultato. Tutti concetti questi, più o meno in linea per entrambi i gruppi. Altri fattori invece inciderebbero con percentuali nettamente diverse: i professionisti ammetto di essere più creativi nella sfera lavorativa (60%), a differenza degli studenti che esprimerebbero la creatività nel tempo libero (43,3%) quanto nell’attività di studio (44,2%). Parlando proprio di diversi contesti, per entrambi le relazioni sentimentali non inciderebbero su questo sviluppo (<10%). Quello che però può sembrare sorprendente è la difficoltà proprio nei giovani di abbandonare la zona di comfort!
Le nuove generazioni si dimostrerebbero meno audaci nella scelta di un nuovo percorso. Più facile se guidato da un guru che li sappia ispirare attraverso il suo esempio come un insegnante, un collega, un amico o un’icona universale che per i professionisti (34,7%) e studenti (44,2%) risulterebbe Steve Jobs. Altri, in altri settori, quali Andy Warhol, Coco Chanel, Mozart, Le Corbusier, Rita Levi-Montalcini, Dante.
Grandi icone storiche o contemporanee, poco importa: restano l’esempio nel credere che, dove venga messo in gioco il proprio talento, lì è possibile lasciare un segno.
La tua creatività, il tuo focus.