In questi 10 anni di apertura, riportiamo un’intervista dedicata alla casa museo di Alberto Ventrice che ospita nella città di Bassano una collezione di oltre 4000 modellini dedicati ai motori a 2 e 4 ruote. Al piano terra l’ingresso coi gadget e materiale generico promozionale, il soggiorno con libri ed enciclopedie legati al mondo dei piloti e corse, book fotografici ricordi dei raduni e visite culturali – Stoccarda, Maranello, Monza, Monaco e tanti altri – e una videoteca con locandine cinematografiche considerate tematiche introduttive aperte poiché riprendono generi di secondario interesse, come i taxi del mondo. Le più importanti collezioni raccontano Ferrari, BMW e Porsche. I quattro ambienti principali nominati per stanze – Modelroom, Studio Ferrari, BMW e sala Stoccarda Porsche – raccontano le vetture nel mondo, partendo dall’ambito italiano.
N: “Modelroom”: spiega la scelta del nome.
AV: Riprende la scelta di collocare la collezione in una stanza, da cui deriva appunto il termine “room”, oltre al legame con “show” mostrare. Trasferitomi un anno e mezzo fa, momento in cui il museo era già conosciuto ho voluto perfezionarlo strutturandolo nelle varie stanze dando a ciascuna un nome diverso. La stanza dedicata alle tematiche italiane ha mantenuto il termine originario legato alla prima parte della collezione, l’80% dei modellini che sono stati trasferiti tali e quali.
N: Da dove nasce l’idea e come l’hai sviluppata?
AV: L’idea nasce dalla passione per l’arma, che non centrerebbe con la tematica ma è stata quella spinta necessaria a comprare vari gadget dedicati ai carabinieri come i calendari, agende ecc, di cui anche modellini. Pezzo dopo pezzo ho cercato di creare una linea, dal punto di vista modellistico, sempre più completa e quando questa idea giovanile è venuta a scemare è rimasta quell’esperienza. Dai carabinieri ho cominciato a collezionare altri modellini orientandomi inizialmente sul gusto, e poi per tematica come le grandi case italiane: Alfa Romeo, Maserati, Ferrari.
N: Quali sono i pezzi forti?
AV: Sono senza dubbio le Ferrari, la sezione a cui tengo di più e quella più curata negli anni con presenti all’interno i modellini più grandi e dettagliati come la Ferrari 312T4 di Villeneuve, un esempio da me realizzato in scala 1:8 e la F430 Spider in scala 1:10, entrambi visibili in soggiorno.
N: L’episodio che ricordi più significativo legato alla collezione, come un incontro o un acquisto.
AV: Tanti ricordi. Tutto il Modelroom è insieme storia dell’automobile e storia del collezionista, la mia storia. Ogni singolo pezzo è stato scelto in determinate circostanze. Non saprei citare qualche episodio più importanti di altri, perché ho girato presso fiere, mercatini, raduni dove ho sempre acquistato qualcosa e incontrato intenditori che mi hanno lasciato parte della loro collezione. In questo modo ho conosciuto persone straordinarie, alcuni tra i miei migliori amici. Tanti piccoli episodi che ne hanno costruito la storia.
N: Riportaci qualche feedback esterno tra complimenti e critiche.
AV: Li ho ricevuti entrambi. E’ facile parlare positivamente di qualcosa, per questo ho sempre visto di buon occhio le critiche, se costruttive. Come complimenti sicuramente il coraggio di trasformare una casa in museo, una scelta che non fa praticamente nessuno al giorno d’oggi. Tra le critiche, allo stesso modo è considerata una casa che racchiude una collezione ma a impatto, resta comunque una casa, opinioni dettate solo da scatti fotografici ed accette, anche perché il progetto non era partito con l’idea di creare un museo. Lo è diventato nel tempo.
N: Tornassi indietro cambieresti o miglioreresti qualche dettaglio?
AV: Tornando indietro non cambierei nulla a dirti la verità. Ed è uno dei motivi per cui non vendo nessuno pezzo. Tanti li vendono perché o si sono pentiti dell’acquisto o vogliono monetizzare, o cambiano tematica. Ogni singolo modellino l’ho comprato con un certo entusiasmo, perché mi piaceva e quindi, anche se oggi dovessi concentrarmi di più sulle Porsche piuttosto delle Ferrari non venderei comunque parte della collezione. Tutto fa parte della storia e sono contento di questa scelta. L’unico forse rimpianto è che ricordando quando ero piccolo, non intendendomene, giocando agli autoscontri ho distrutto dei modellini oggi introvabili o troppo costosi, obsoleti e rarissimi. Resta comunque parte dell’esperienza perché alla fine il modellino nasce negli anni Cinquanta come giocattolo. E’ oggi che si è evoluto in tutti i suoi dettagli diventando un pezzo da collezione.
N: Alla celebrazione dei 10 anni quale messaggio senti di lasciare?
AV: Di vivere innanzitutto il collezionismo positivamente, come un modo per acculturarsi. Non comprare i modellini solo per accumulare. Ogni singolo oggetto che compro ha un filo rosso legato a tutti gli altri, ha una storia che si vuole indagare. Quindi mi auguro che chi già è collezionista o sceglie di avvicinarsi a questo mondo perché ne è attratto, faccia un discorso più filologico, che ne sia consapevole del valore sia dal punto di vista “modellistico” che “storico”.
Il Team Needfile ringrazia per l’esclusiva e l’opportunità di visitare una location che testimonia un pezzo della storia italiana.
Invitandovi a visitare il museo, si riportano i contatti ufficiali:
alberto.ventrice@alice.it
pagina facebook ufficiale “Modelroom”