Disegni erotici – Gustav Klimt Sara Cifarelli 23/06/2022

Disegni erotici – Gustav Klimt

I critici considerano il periodo viennese dell’inizio del XX secolo “l’Era di Klimt”. Fra i promotori della secessione viennese spicca la figura di Gustav Klimt (1862-1918) che contribuì alla diffusione di una pittura elegante e decorativa caratteristica dell’art nouveau.

La polemica pubblica non intaccò tanto lo stile pittorico quanto i disegni, corpi dichiarati volgari per le nudità espresse in pose naturali o più sofisticate che accomunano donne opulente e uomini anziani accinti a donne gravide, o ancora coppie che si abbandonano in abbracci “inequivocabili”. Uno stile definito dai contemporanei erotico o semplicemente di cattivo gusto. Un percorso artistico diviso tra dipinti che appaiono studiati e sapientemente costruiti tipici dello Jugendstil, a disegni portavoci di impulsi interiori ed estranei a qualsiasi influenza e che colpiscono per la loro immediatezza e spontaneità. L’ultimo decennio artistico di Klimt fu determinato da una vasta produzione di opere grafiche, un’evoluzione artistica in favore di una tecnica più libera. Si suppone come data di avvio il 1908. L’impostazione spaziale caratterizzata da una linea sinuosa e quasi ininterrotta assieme a una posa raccolta del corpo risolto con un abile gioco di superfici, sono gli elementi ancora connessi ai bozzetti su carta da pacchi del periodo precedente. Le complesse movenze (la gamba piegata, la testa reclinata) donano profondità spaziale: i corpi respirano, vibrano, seducono. Klimt lesse i libri di Nietzsche, L’interpretazione dei sogni di Freud e il Faust di Goethe, letture che lo persuasero nella convinzione che l’uomo e la donna non sarebbero mai riusciti a comprendersi e a fondersi in un unico spirito, contenuti che lo condizionarono nei suoi rapporti tormentati con donne quali Marie Zimmermann e Emilie, quest’ultima rappresentata ne Il bacio. Avvolto in una tunica di cotone azzurro indaco e a piedi nudi, Klimt ritrasse modelle a pagamento e signore dell’alta società che posarono per lui per il solo piacere di offrirgli i loro corpi svelati. Spogliandole delicatamente, posava sulla pelle nuda gioielli, drappeggi e scialli truccandole a volte esageratamente risaltandone gli occhi neri, le guancie scarlatte e le bocche rosso fuoco.

Contrario a tracce di cipria che avrebbero potuto coprire ogni minima imperfezione cutanea, Klimt ritraeva i lineamenti nudi, imperfetti, arrossati, macchiati, deformati da gonfiori e da rughe. Acconciava i loro capelli, raccogliendoli sulla nuca per mettere in risalto la flessuosità del collo sottile, accorciandoli fin sopra le orecchie per esaltarne lo sguardo, avvolgendoli in sciarpe e nascondendoli dietro un ventaglio o sotto l’ala scura di enormi cappelli. Ore di pratica lo impegnarono nella rappresentazione di centinaia di studi, curvo sul piano inclinato di un tavolino intento a disegnare con entrambe le mani per fare in fretta, tracciando ombre e chiaroscuri con un tratto rapido e leggero. Faceva emergere le loro nudità più nascoste: così come il pube nero, la vagina toccata dalle dite vogliose, il ventre rotondo, le gambe lunghe, le schiene morbide e sinuose, le natiche tonde, il collo, i capelli mossi. Klimt arricchì l’arte moderna di un connubio singolare e significativo riunendo due elementi naturalmente eterogenei, l’impressionismo e l’ornamento, per la prima volta in perfetta armonia tra loro secondo uno schema senza precedenti. La carta di riso finissima costituita da due diversi formati verticali, venne destinata non più a bozzetti preparatori, bensì a disegni autonomi, anche se per quanto grandi non sempre riuscirono a contenere le esuli figure femminili a volte mutilate della chioma o del piede. Sullo sfondo cretoso, opaco simil seta, spicca il grigio della grafite a volte risaltato ulteriormente dal bianco qua e là in alcune zone assieme a un blu e rosso pastello per labbra e vestiti. Inizialmente sottile, allungato e parsimonioso, il tratto fluisce libero definendo, seppur con lievi accenni, le pose espressive povere di volumetria. I disegni, inequivocabilmente tesi nell’eccesso erotico, emanano impulsi corporali contrapposti ai volti ancora avidi, appena appagati o rilassati.

Klimt con sconvolgente immediatezza liberò l’istinto animale dalle barriere del corpo. Nell’ultima fase della sua evoluzione stilistica, l’autore scelse di distaccarsi da una linea guida ornamentale per attingere a una forma ideale, più semplice e spoglia. Una buona parte delle opere grafiche relative ai nudi erotici sono riportate nel catalogo della mostra Disegni proibiti (Pavia, 2005), per un totale di cinquanta fogli. A duecentocinquanta dipinti si contrappose l’opera grafica con migliaia di disegni nei quali l’artista tentò di rappresentare il corpo femminile cercando di esprimerne la natura.. Nudi misteriosi, seducenti, pericolosi che raccontano l’immagine diffusa dell’epoca della Femme Fatale.

 

G. Klimt, Danzatrice con mantella, matita, 1917-1918               G. Klimt,  Nudo seduto, matita, 1915

 

Klimt2_needfile

G. Klimt,  Nudo sdraiato, matita, 1907                       G. Klimt, Seminudo sdraiato, matita, 1907

Klimt3_Needfile

G. Klimt,  Nudo sdraiato, matita, 1917                            G. Klimt, Nudo supino, pastello blu, 1910

 

Klimt4_Needfile

G. Klimt, Seminudo addormentato, matita, 1910       G. Klimt, Signora seduta con gonna sollevata, matita e pastelli, 1910

 

Write a comment
Your email address will not be published. Required fields are marked *

Questo sito è protetto da reCAPTCHA, ed è soggetto alla Privacy Policy e ai Termini di utilizzo di Google.