Il fiore d’iperico: principio attivo tra disturbi e benefici Needfile Team 28/08/2024

Il fiore d’iperico: principio attivo tra disturbi e benefici

L’iperico, conosciuto anche come erba di San Giovanni, è un fitoterapico capace di operare sui neurotrasmettitori del nostro umore.

Il nome deriva dal principio attivo, l’ipericina, capace di svolgere tale l’azione. Questa pianta trova il suo principale impiego per il trattamento della depressione e di tutti i disturbi da essa derivati come stanchezza, ansia, perdita dell’appetito e problemi di sonno. Viene prescritto per contenere una serie di problemi comportamentali che vanno dalla sindrome affettiva stagionale fino a disturbi di tipo ossessivo-compulsivo, compresi quelli la cui origine è la menopausa.

L’iperico produce benefici anche nella cura della fibromialgia, una malattia in grado di generare dolori lungo tutto il corpo. Viene indicato per trattare sia lesioni cutanee come escoriazioni, ustioni di primo grado e punture d’insetto che per il contenimento di dolori che possono manifestarsi in persone con patologie del sangue e tumorali. Infine viene usato come terapia di accompagnamento per lo stop al fumo.
L’iperico può essere applicato esternamente come sostanza ottenuta con la macerazione dei suoi fiori, nota come oleolito di iperico. Il risultato di questo processo chimico è un olio tipicamente rosso intenso con importanti capacità cicatrizzanti, lenitive, sfiammanti e antipruriginose.

Risulta essere un prodotto naturale efficace nella cura di svariate forme di lesioni della pelle e nel contenere il processo di invecchiamento della stessa conferendone maggiore elasticità.

Le parti dell’iperico che vengono trattate per la produzione di fitoterapici sono le foglie e i fiori.

Normalmente vengono presi per via orale mentre l’olio di iperico viene utilizzato direttamente per uso topico o locale. Un’assunzione sbagliata di questo tipo di fitoterapici può provocare diversi disturbi di natura cefalica e altre forme di alterazione quali aumento del peso e fotosensibilità. A questi si aggiungono episodi controindicativi ancora più gravi, tra cui difficoltà respiratorie, spasmi muscolari, febbre e sudorazione abbondante; in presenza di tali eventi l’unica soluzione è contattare urgentemente un medico. Non bisogna mai applicare direttamente sulla pelle il fiore d’iperico in quanto l’uso può renderla molto più vulnerabile ai raggi del sole.

Qualsiasi somministrazione, inoltre, è vivamente sconsigliata ai bambini.

A seguito di tali controindicazioni, prima di assumere iperico occorre consultare il proprio medico per individuare eventuali disturbi quali:

  • allergie a qualsiasi alimento, farmaco oppure erba;
  • assunzione di medicinali, fitoterapici o integratori come l’alprazolam (ansiolitico), contraccettivi orali, digossina (farmaco classico utilizzato nel tratttamento dell’insufficienza cardiaca), fenfluramina (anoressizzante che agisce promuovendo il senso di sazietà), imatinib (antitumorali), irinotecan (per il trattamento del cancro metastatico), principi attivi modificati dal fegato, farmaci contro l’HIV o AIDS, mefenitoina (antiepilettico), omeprazolo (contro il reflusso gastroesofageo), fenobarbital (contro le convulsioni), fenprocumone (anticoagulante), fenitoina (contro le convulsioni), tacrolimus (immunosoppressore), warfarin (o Coumadin, anticoagulante), acido aminolevulinico (per contrastare l’ispessimento anomalo della cute causato da un’eccessiva esposizione ai raggi solari), amitriptilina (antidepressivo), clopidogrel (antiaggregante), ciclosporina (antinfiammatorio), destrometorfano (per il trattamento delle infezioni respiratorie), fexofenadina (antistaminico), gliclazide (per il trattamento del diabete), antidepressivi, MAO inibitori (contro disturbi depressivi di alto livello e refrattari), triptani (contro l’emicrania), narcotici, farmaci che aumentano la sensibilità alla luce, meperidina (narcotico per ridurre i dolori soprattutto in pazienti terminali con metastasi estesa), metadone (per contrastare la dipendenza da oppiacei), nefazodone (della famiglia degli antidepressivi), nortriptilina (antidepressivo triciclico per ripristinare l’equilibrio cerebrale), paroxetina (altro antidepressivo), pentazocina (analgesico di provenienza oppiacea), procainamide (per contrastare le aritmie), reserpina (alcaloide antipsicotico), barbiturici, sertralina (contro depressione, disturbi ossessivo-compulsivo, attacchi di panico, disturbi post traumatici da stress e fobia sociale), simvastatina (per ridurre infarto e ictus), tramadolo (capogiri e sonnoloenza), zolpidem (sedativo) e fitoterapici;
  • disturbo bipolare;
  • infertilità;
  • gravidanza o allattamento al seno.

Nel caso in cui sia necessaria la somministrazione di anestetici prima di un intervento chirurgico, ogni dottore abilitato ad eseguire qualsiasi tipo di intervento medico, chirurgo e dentale deve essere a conoscenza dell’assunzione del farmaco da parte del paziente.
Può essere consumato come infuso: immergerne un cucchiaio in una tazza di acqua bollente facendo riposare il tutto per una decina di minuti. In seguito filtrare e bere 2/3 tazze al giorno. Altra possibilità consigliata, tramite tintura madre: preparare una soluzione idroalcolica da prendere 2 volte al giorno a gocce e infine come estratto secco in dosi da 700-900 mg al giorno.

Write a comment
Your email address will not be published. Required fields are marked *

Questo sito è protetto da reCAPTCHA, ed è soggetto alla Privacy Policy e ai Termini di utilizzo di Google.