La Pareidolia retaggio evolutivo dell’immaginazione Sara Cifarelli 17/08/2022

La Pareidolia retaggio evolutivo dell’immaginazione

“La Pareidolia è il processo psichico che porta a ricondurre forme casuali a forme note.”

Una forma inconsapevole ed automatica di come il nostro cervello elabori immagini e le codifichi in forme a noi conosciute. Potremmo quasi definirla una capacità creativa quando soffermandoci a guardare per esempio la forma di una nuvola associandola ad un volto o un animale. Si tratta in verità di una capacità universale, trasmessa forse dai nostri antenati preistorici per riconosce eventuali predatori mimetizzati nella natura. Perciò un atto di sopravvivenza. Tutti possiamo sviluppare questa attitudine, anche semplicemente prestando attenzione alle milioni di cose che ci capitano davanti agli occhi ogni giorno partendo dalle forme più quotidiane come una macchina, un lavandino o un albero.. tutti ci siamo fermati almeno una volta a guardare il cielo immaginando tra quelle nuvole le sagome più disparate, o ancora visi nei giochi d’ombra tra le foglie.

Questo meraviglioso retaggio evolutivo dell’immaginazione, resta di importanza capitale negli studi di psicologia quanto nel marketing e nella pubblicità. Nell’ambito della psicologia esiste infatti il Test di Rorschach per lo studio della personalità. Sull’analisi di immagini a macchie casuali da parte del soggetto, è possibile raccogliere dati sulla sua analisi di pensiero, la concezione della realtà e possibili disagi affettivi per poter ristabilire una corretta relazione col mondo.

“In base a ciò che riconosciamo in una macchia si può dunque capire qualcosa anche della nostra personalità vedendo ciò che vogliamo vedere..”.

L’arte è essa stessa una testimonianza di come la pareidolia abbia incuriosito e ispirato molti artisti che si divertirono a nascondere visi e personaggi all’interno di nuvole. Un esempio è il celebre Giotto che dipinse nella “Morte di San Francesco” ad Assisi (XIII secolo), il profilo di un demone all’interno della nuvola centrale.

Altri esempi simili il “San Sebastiano” (1456) e il “Trionfo delle virtù” (1502) del Mantegna fino a Leonardo da Vinci che volle addirittura descriverne il fenomeno:

“E questo è: se tu riguarderai in alcuni muri imbrattati di varie macchie o pietre di vari misti, se arai a inventionare qualche sito, potrai lì vedere similitudine de’ diversi paesi, ornati di montagnie, fiumi, sassi, albori, pianure, grandi valli e colli in diversi modi; ancora vi potrai vedere diverse battaglie e atti pronti di figure, strane arie di volti e abiti e infinite cose, le quali tu potrai ridurre in integra e bona forma. E interviene in simili muri e misti come del sono di campane, che ne’ loro tocchi vi troverai ogni nome e vocabulo che tu imaginerai”.

   

La creatività si tradusse anche in altre forme cambiando scenario. Si pensi al celebre Arcimboldo con le sue nature morte nell’ “Ortolano” (1590) dove in semplici sagome vegetali riusciamo a riconoscere fisionomie umane, ai più recenti interpreti dell’arte contemporanea come Salvador Dalì, considerato un vero maestro della pareidolia!

   

La Pareidolia può essere anche di tipo uditiva e si verifica quando abbiamo la percezione di sentire frasi o suoni riconoscibili in rumori casuali. Un fattore che è stato sfruttato nell’industria discografica per catturare il pubblico in canzoni rock o metal (Stairway to Heaven dei Led Zeppelin o di Revolution 9 dei Beatles).

*immagini tratte da didatticarte e wikipedia. Foto in copertina di Janie Brown.

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