Un percorso espositivo
cinque secoli di storia
oltre 6000 specie di piante anche monumentali.
Detto anche “Giardino dei Semplici” per la varietà di piante medicinali raccolte dal 1545, l’Orto Botanico di Padova conserva nella sezione antica ancora il suo disegno rinascimentale. Composto da un perimetro circolare con un quadrato iscritto, simbolo della perfetta razionalità degli architetti dell’epoca racchiude significati astrologici e filosofici. L’Ateneo lo inaugurò oltre cinque secoli fa, come seconda università più antica d’Italia, in questo 2022 nei suoi 800 anni per facilitare gli studenti universitari nello studio della disciplina. Le piante sono divise secondo uno schema ordinato proponendo uno straordinario archivio vegetale tra piante medicinali, erbivore e tropicali.
Dal 1997 l’Orto Botanico di Padova è Patrimonio Unesco
“L’Orto botanico di Padova è all’origine di tutti gli orti botanici del mondo e rappresenta la culla della scienza, degli scambi scientifici e della comprensione delle relazioni tra la natura e la cultura. Ha largamente contribuito al progresso di numerose discipline scientifiche moderne, in particolare nella botanica, la medicina, la chimica, l’ecologia e la farmacia”.
La sezione storica nasce come orto delle piante medicinali per ingrandirsi nei secoli includendo delle collezioni a tema come le piante acquatiche, insettivore, velenose.. oltre agli alberi monumentali come la Palma di S. Pietro nota come la Palma di Goethe (poeta tedesco che le dedicò nel 1790 la sua intuizione evolutiva nel “Saggio sulla metamorfosi delle piante”), la più antica dell’orto e che, piantata nel 1585, ha oramai raggiunto un’altezza di 10 metri.
Per volontà della Serenissima, nel tempo l’orto si arricchì di semi provenienti dai luoghi più remoti, da sempre un centro vitale per lo scambio di idee con uno sguardo sempre volto al futuro testimoniato dalla fondazione della sezione moderna: il Giardino della Biodiversità con oltre 1300 specie in una nuova area di 1,5 ettari strutturata in serre ecosostenibili che racchiudono cinque condizioni ambientali e gli adattamenti delle piante nei diversi angoli della Terra per un’esperienza di viaggio dalla foresta tropicale pluviale alla subumida, per passare alle temperate e mediterranee fino ai deserti più aridi.
Le serre sono accessibili anche al piano superiore e su una “terrazza” posteriore che fiancheggia la strada e scandite sulla facciata da un sistema a cascata per il riciclo dell’acqua. All’interno della struttura un percorso che illustra le relazioni tra uomo e natura fin dalla preistoria oltre a curiosità sul caffè, la patata, il cacao e la banana. Un percorso anche in parte interattivo con pannelli informativi, filmati, modelli tridimensionali per una visita più dinamica e consapevole.
La raccolta dei semi
Tutte le piante sono coltivate e supervisionate dai giardinieri che prevede oltre alla coltivazione, la raccolta dei frutti e dei semi. L’orto botanico di Padova si può considerare una Banca del Seme, intervento che permette la catalogazione e la ridistribuzione dei semi anche in altri centri di raccolta o di crescita per la salvaguardia della biodiversità. I semi vengono raccolti nella stagione estiva e autunnale utilizzando dei sacchetti di carta sui quali vengono riportati i dati per il censimento (famiglia, genere, specie, località) e conservati negli armadi appositi o in frigoriferi per le loro caratteristiche che necessitano di temperature più basse. La lista di tutte le specie dell’orto botanico è riportata nell’Index Seminum nel portale dell’Università di Padova e nel sito ufficiale dell’orto, una rete digitale che permette di collegare le istituzioni favorendone la ridistribuzione.