Piccole e medie imprese sono sempre state il punto di forza del sistema imprenditoriale italiano.
Da un pò di anni a questa parte portare avanti una propria iniziativa imprenditoriale è come affrontare una insidiosa corsa campestre. Il rischio che lo spirito imprenditoriale in Italia possa essere fermato dalle troppe difficoltà presenti tra gli imprenditori e la concretizzazione nell’aprire l’attività tanto desiderata è molto alto.
La maggior parte degli italiani è restìa a intraprendere un’iniziativa imprenditoriale nel proprio territorio sia per le difficoltà accennate in precedenza e sia, soprattutto, per la sensazione di abbandono proveniente dalle istituzioni le quali hanno penalizzato lo spirito imprenditoriale per l’incertezza e l’insicurezza provocata da una burocrazia alimentata continuamente proprio dalle stesse applicando, nello stesso tempo, una tassazione che di anno in anno è sempre alta, nonostante i vari bonus proposti e il cui accesso non sempre è agevolato.
L’Osservatorio di ProntoPro ha svolto un’indagine su 2000 professionisti per valutare quanto i titolari d’imprese medie e piccole siano soddisfatti delle misure varate per loro dalle istituzioni locali e nazionali. Le risposte fornite hanno permesso di tracciare lo stato delle province rispetto alla sensazioni di supporto avvertite rispetto alla burocrazia, alla tassazione e al futuro che a loro aspetta.
Nell’inchiesta sono stati coinvolti gli imprenditori di quasi 500 categorie di servizi erogati, in una fascia di età compresa tra i 20 e i 60 anni e che siano amministratori delegati di aziende con 5 o meno impiegati assunti sia con contratti part-time che full-time. Il sondaggio non ha fornito esiti confortanti e il punteggio finale relativo alla fiducia degli imprenditori rispetto alle istituzioni è insufficiente.
Prevale la percezione su tutto il territorio nazionale che lo Stato sia un ostacolo e non un alleato alla crescita. I dati sono eloquenti e dimostrano quanto l’aiuto fornito dalle Province venga sentito come insufficiente dal 53.70% delle imprese, accettabile per il 16.35% e soddisfacente per il 5% delle imprese. Dalle Regioni la considerazione è la stessa, con il 51,25% delle imprese che ritiene il loro supporto scarso per il 51.25% delle imprese, intermedio per il 17.12%, buono per il 5,49%. La scarsa fiducia nei confronti dello stato è ancora più evidente con un 58.23% delle imprese che non è affatto contento del supporto statale, intermedio al 12.83% e soddisfacente per il 3.40%.
Solo l’1,43% giudica il supporto statale addirittura eccezionale. Inoltre il 41,65% dei professionisti non si metterebbe in proprio nella propria zona di residenza mentre il 10% ritiene che ci siano comunque ancora le condizioni per avviare una nuova attività. Naturalmente l’elemento che non incoraggia ad investire è la troppa burocrazia ritenuta farraginosa per il 57,16%.
L’unica soluzione che tanti imprenditori attendono (e continueranno ad attendere) è la semplificazione perchè è e rimane l’unico punto da cui partire per ridare slancio all’imprenditoria italiana.
Quasi l’80% dei professionisti ritiene un ostacolo la tassazione che colpisce il nostro Paese.
Inoltre non vengono avanzate iniziative imprenditoriali colpa anche della poca conoscenza relativa agli strumenti formativi a disposizione. E’ contradittorio il comportamento refrattario di una buona parte di imprenditori che non riescono a integrarsi con le novità rappresentate anche da eventi di networking come, per esempio, TEDX. Questi contesti, infatti, sono una fonte per creare nuove idee oppure per valutare nuovi strumenti utili a realizzare quelle per cui non si è mai riusciti a trovare una soluzione utile a realizzarle oltre che essere un’importante fonte di motivazioni per se stessi prima ancora che per la propria attività.
Tuttavia quasi il 62% dei titolari d’impresa coinvolti nell’inchiesta ha dichiarato di non essere a conoscenza di questi eventi di formazione nonostante il 70% degli stessi soggetti coinvolti nell’indagine abbia manifestato interesse ritenendoli oltremodo utili per la propria crescita.
Come mai soltanto il restante 8% agisce con coerenza rispetto a tale interesse? La risposta che indica un generale malcontento è il livello con cui si sono adeguati gli uffici preposti a gestire e soprattutto controllare le partite IVA registrate. Infatti circa il 72% dei titolari definisce i siti web di tali organizzazioni poco esaustivi, soprattutto poco intuitivi analizzando il problema attraverso la chiave di lettura di chi è utente del portale istituzionale.
Sono in tanti a dire banalmente che le potenzialità del web sono molte e non vanno sottovalutate.
Tuttavia se lo strumento di consultazione e di erogazione dei servizi offerti dall’istituzione non risulta di semplice utilizzo per tutti gli utenti che esercitano una libera professione, è troppo facile accusare questi ultimi di non sapersi adeguare ai tempi. Molti di loro hanno una mentalità pragmatica basata principalmente sull’operatività e sul “saper usare le mani” per produrre beni materiali e non hanno o hanno poco tempo da dedicare al sapersi adeguare al cambiamento dei tempi.
A maggior ragione nel rispetto di queste persone che sono quelle che hanno costruito e portano tutt’ora avanti l’economia del nostro Paese è fondamentale semplificare le procedure istituzionali che consentono di tenersi aggiornati sulle regolamentazioni, sulle procedure necessarie per ottenere determinate licenze, ottenere agevolazioni fiscali, accedere ai bandi per la propria impresa e infine accedere ai corsi di aggiornamento e formazione.
In questo modo per l’imprenditore italiano la situazione, che oggi è deprimente e lo diciamo apertamente senza giri di parole, può diventare più incoraggiante e viene nuovamente motivato nel portare avanti nuove idee ed investimenti, restando attivo sul mercato continuando ad apportare benessere sia alla propria attività e a quelle persone che hanno dedicato se stesse per realizzare i propri sogni e di chi è sempre stato al loro fianco.
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